
Tumore della Prostata
Il cancro alla prostata è una forma di tumore che si sviluppa nelle cellule della prostata.
La prostata è presente solo negli uomini, è posizionata di fronte al retto ed è coinvolta nella produzione del liquido seminale che trasporta gli spermatozoi durante l'eiaculazione.
Quanto è diffuso

In Italia, il cancro alla prostata è la forma tumorale più diffusa tra gli uomini, rappresentando il 18,5% di tutti i tumori diagnosticati nell'uomo.
Nonostante l'alta incidenza, ovvero il numero di nuove diagnosi ogni anno, il tasso di mortalità è basso, soprattutto quando la malattia viene affrontata tempestivamente.
Test come il dosaggio del PSA ematico, che sebbene non sempre conclusivi, hanno contribuito significativamente alla diagnosi precoce della malattia.
Chi è a rischio
Il rischio di sviluppare il cancro alla prostata aumenta significativamente con l'età, con un basso rischio prima dei 40 anni e un notevole incremento dopo i 50. Circa due su tre dei casi di tumore alla prostata si verificano in individui di età superiore ai 65 anni.
La familiarità è un elemento chiave nel valutare il rischio: chi ha un parente consanguineo affetto dalla malattia, come padre o fratello, ha il doppio delle probabilità rispetto a chi non ha casi in famiglia.
Mutazioni genetiche, come quelle nei geni BRCA1 e BRCA2 legati a tumori al seno e all'ovaio, o la presenza della Sindrome di Lynch (HNPCC), associata al tumore del colon non poliposico ereditario, possono anch'esse aumentare il rischio di cancro alla prostata.
I fattori legati allo stile di vita giocano un ruolo rilevante: una dieta ricca di grassi saturi, l'obesità e la scarsa attività fisica sono abitudini poco salutari che favoriscono lo sviluppo e la progressione del tumore alla prostata.
Adottare uno stile di vita sano è fondamentale per ridurre il rischio di questa malattia.
Diagnosi
Nel processo di valutazione dello stato della prostata, il medico può optare per il test del PSA e l'esplorazione rettale.
L'esplorazione rettale consente talvolta di individuare manualmente la presenza di eventuali noduli nella prostata.
Tuttavia, l'unico esame in grado di confermare con certezza la presenza di cellule tumorali nel tessuto prostatico è la biopsia prostatica.
La risonanza magnetica multiparametrica riveste un ruolo cruciale nel determinare se e come procedere con questa biopsia. Quest'ultima, eseguita in anestesia locale, può avvenire in ambulatorio o in day hospital e richiede pochi minuti. Con l'ausilio di una sonda ecografica inserita nel retto, vengono effettuati circa 12 prelievi con un ago speciale, sia per via trans-rettale che per via trans-perineale (nella regione tra retto e scroto).
Questi campioni vengono quindi analizzati al microscopio dal patologo alla ricerca di eventuali cellule tumorali. In alcuni casi, la biopsia prostatica può essere mirata e guidata dalla risonanza magnetica multiparametrica eseguita in precedenza.
Come si cura
Attualmente, esistono diverse opzioni di trattamento per il cancro alla prostata, ciascuna con benefici ed effetti collaterali specifici.
L'urologo specialista, tenendo conto delle caratteristiche del paziente (come l'età e l'aspettativa di vita) e della malattia (tipo e livello di rischio), può consigliare la strategia più adatta e personalizzata, prendendo in considerazione anche le preferenze del paziente.
In alcuni casi, specialmente per pazienti anziani o con altre gravi condizioni di salute, si può decidere di non intraprendere alcuna forma di terapia e adottare un approccio di "vigile attesa" (watchful waiting), monitorando la situazione fino all'insorgenza di eventuali sintomi.
Per i pazienti con caratteristiche di malattia a basso rischio, esistono opzioni terapeutiche che consentono di ritardare il trattamento fino a quando la malattia diventa "clinicamente significativa". Questo approccio, chiamato "sorveglianza attiva", prevede controlli regolari (PSA, esame rettale, biopsia) per monitorare l'evoluzione della malattia e intervenire solo se necessario.
Nel caso di terapia attiva, la chirurgia radicale, come la prostatectomia radicale, può essere una scelta comune. Questa procedura prevede la rimozione dell'intera prostata e a volte dei linfonodi nelle vicinanze del tumore, considerata curativa se la malattia è confinata alla prostata.
L'uso di strumenti chirurgici avanzati consente oggi di eseguire la prostatectomia radicale tramite l'utilizzo della chirurgia robotica.
In stadi avanzati, quando la chirurgia da sola potrebbe non essere sufficiente, si possono associare trattamenti come la radioterapia o l'ormonoterapia.